“M’incantò la rima fiore amore, la più antica difficile del mondo”

Umberto Saba

Insegno da diversi anni in una scuola superiore. Solo di giovedì. Gli altri giorni sono all’Università di Bologna con gli studenti cinesi che per lo più studiano al conservatorio o all’Accademia di Belle Arti. Il giovedì mi divido le ore così: tre ore la mattina con gli studenti neo arrivati che non parlano italiano e che quindi possono “saltare” le materie curriculari; il pomeriggio gli studenti del livello avanzato che hanno raggiunto una buona padronanza dell’italiano come lingua per la comunicazione ma che hanno difficoltà nella lingua dello studio. Dopo tanti anni nelle scuole superiori, in questa in particolare, incontro subito un gruppo che sta lasciando un segno nella mia vita professionale. Il primo anno erano gli studenti della mattina, dal secondo anno in poi sono diventati gli studenti del pomeriggio. Sono di tutte le nazionalità, la classe nel suo complesso andrebbe filmata e premiata per bellezza. Con un gruppo di studentesse cinesi, in particolare, si crea quel legame che va oltre l’insegnamento. Una di loro è taciturna, non studia molto, fa solo se sto vicino a lei, vive in Italia con una zia, tutta la famiglia è in Cina. Quando mi dice che c’è qualcosa che non va mi fa preoccupare più del normale. E’ arguta, intelligente, ironica, con una frase ti sistema. Mentre lei frequenta il gruppo del pomeriggio, di mattina continuo con i famosi studenti che non parlano italiano. Tra di loro c’è uno studente cinese, molto carino, sempre alla moda ma che per un anno intero non riesco a far parlare. Con mia grande sorpresa, l’anno dopo scopro che tra lui, lo studente cinese della mattina che non parla e lei, la studentessa ironica del pomeriggio, è nata una storia d’amore. Quando chiedo informazioni lei minimizza. A lui non chiedo nulla. Le amiche mi dicono che le ha regalato un braccialetto. La volta dopo a lezione lei me lo porta a far vedere. E’ un braccialetto di Swarovski stupendo, minimale, con un cigno appena accennato. L’anno scorso lui lascia la scuola. In silenzio, così com’è arrivato, se ne va. Lei invece rimane. Continuano ad essere innamorati e lo dico perché ogni tanto lei tira fuori questa parola nascosta. Lo scorso anno abbiamo cominciato i corsi di sostegno allo studio solo a novembre. Per tutto il mese di settembre e ottobre io pensavo a loro: chissà come fanno a preparare le verifiche e le interrogazioni. Poi mi arriva un messaggio sul telefono: prof, perché non arriva? Non riusciamo a studiare. Mi sento malissimo, chiamo la scuola, facciamo i salti mortali tra bandi e finanziamenti e finalmente cominciamo. Arrivo in classe e tutti mi abbracciano. Lei arriva con una compagna di classe e mi dice: perché tutto questo tempo?! Le dico: problemi di burocrazia. Ti sono mancata? Lei dice no. La compagna di classe risponde: Non è vero, è da settembre che chiede di Lei. Ha detto che se tardava ancora veniva all’Università.

Lo studente cinese che non parla italiano adesso è in Cina. Lei, la studentessa cinese ironica e di poche parole è in Italia. Dopo tre anni sono ancora innamorati. Ma lui doveva stare in Cina un mese e invece ora per questo problema del virus, non si sa quando tornerà. Ieri a lezione le ho chiesto come sta, e come sta lui che sta là.  Lei mi ha detto: Cosa devo fare. E’ così. Non c’è niente da dire. E non ha più parlato fino alle 16:30. Nel frattempo ha scritto una recensione sulla pagina facebook INSEGNARE ITALIANO ma non compare, e insieme ai compagni non hanno ancora capito perché. Ha messo quindi decine di like ai post del blog, in automatico, senza leggerne nemmeno uno.